Le leggende natalizie, sono profondamente radicate nelle tradizioni popolari che, spesso, hanno versioni diverse da Paese a Paese.
Ci sono momenti dell’anno che, richiamano racconti;
Il Natale, si sa, é il momento perfetto per tramandare leggende natalizie; storie in parte vere, in parte inventate, che allietano le serate di questo periodo!
I nostri ricordi da bambini sono legati, a questi racconti… Tutti noi, abbiamo, almeno in un ricordo d’infanzia, una storia natalizia.
Chi, ha avuto la fortuna, di trascorrere del tempo, con i nonni, sa di cosa parlo!
Quando, durante queste serate in famiglia, ci riunivano davanti al camino, raccontando e tramandando tradizioni popolari.
Ma, i racconti natalizi, non sono solo quelli tramandati a voce, in famiglia;
Film e Cartoni Animati, ogni anno, fanno a gara, per attirare l’attenzione, del maggior pubblico possibile, davanti la tv, con fiabe natalizie.
Ogni zona, poi, ha la propria versione, della medesima storia, ma poco importa, la magia che creano, é sempre la stessa.
Anche, a distanza di anni, le leggende natalizie, sono sempre, le preferite di grandi e piccini.
In questo articolo, ho raccolto per te, una serie di leggende e curiosità, legate al periodo natalizio, ma, prima addentrarci nei dettagli, se ancora non mi conosci, lascia che mi presenti brevemente:
Io sono Mary, Travel Blogger, Travel Content Creator e Tour Leader.
Vivo, delle emozioni, che ogni luogo sa regalarmi. Ed, al ritorno da ogni mio viaggio, mi trasformo in una Storyteller, per raccontarti la mia esperienza.
Ora ti lascio a questa, spero piacevole, lettura:
Ad esempio, sai perché addobbiamo l'albero di Natale?
Conosci le origini di questa leggenda?
La tradizione di addobbare l’albero di Natale affonda le sue origini nell’antico Egitto.
Qui, durante il culto del Sole, si usava addobbare una Piramide.
Ecco infatti che, addobbare l’albero di Natale arricchendolo di lucine colorate simboleggia, come nel culto del Sole, la luce della vita.
Questa tradizione, è stata poi ripresa, anche dai popoli del Nord che, ovviamente, non avendo a disposizione una Piramide, la sostituirono con un Abete.
Anche i Romani, continuarono questa tradizione: il primo gennaio, usavano decorare, le loro case, con rami di conifere, in onore del Dio Giano.
Della medesima usanza, si trova traccia, anche nel Medioevo, lungo la valle del Reno ed in Alsazia.
Qui, si diffuse, l’abitudine di porre, nei giardini e nei cortili delle Chiese, il 24 Dicembre, un grande albero da addobbare con delle mele (simbolo del frutto della tentazione di Adamo).
Successivamente, anche i cittadini, iniziarono a portare, questa tradizione, nelle loro case, addobbando gli alberi, prima con le mele e poi con palline e luci colorate (così come facciamo anche noi).
Perché tra tanti alberi é stato scelto proprio l'Abete?
Una delle leggende, più diffuse, narra la storia di un bambino che, poco prima della Vigilia di Natale, si recò nel bosco alla ricerca di un ceppo; doveva abbastanza grande per riscaldare la sua casa per tutta la notte di Natale.
Nel buio della notte, e, con la neve che iniziava ad essere più fitta, il bimbo si perse ne bosco.
Non riuscendo più, a trovare la strada di casa, decise di rifugiarsi, sotto i rami di un Abete e, sopraggiunto dalla stanchezza, si addormentò ai piedi del tronco.
Il grande albero, intenerito, abbassò i suoi rami, fino a far loro toccare il suolo, in modo da formare come una capanna, che proteggesse dalla neve e dal freddo il bambino.
Con le prime luci dell’alba, il bimbo si svegliò, sentendo in lontananza le voci, degli abitanti del villaggio, che, intanto, si erano messi alla sua ricerca.
Così, uscì dalla sua capanna, e, con grande gioia, corse ad abbracciare i suoi compaesani.
Dopo il ricongiungimento, tutti si accorsero, del meraviglioso spettacolo, che, avevano davanti:
la neve caduta nella notte, posandosi sui rami, aveva formato delle decorazioni naturali e dei cristalli che, alla luce del sole brillavano incredibilmente.
In ricordo, di questo episodio, l’abete venne scelto, definitivamente, come simbolo del Natale e, da allora, in tutte le case viene addobbato ed illuminato.
Quasi per riprodurre, lo spettacolo, che gli abitanti del piccolo villaggio, videro quella mattina di Natale.
Si dice che, la caratteristica degli abeti, di avere i rami pendenti verso terra, derivi sempre da quella magica notte.
Sai, da dove deriva, l'usanza, di utilizzare le palline colorate, per addobbare l'albero di Natale?
La leggenda narra, di un giocoliere che, si trovava a Betlemme, proprio la notte, in cui nacque, Gesù Bambino.
Dopo l’annuncio, della nascita, tutti, passanti e residenti, si recarono alla capanna, per onorare ed omaggiare, il nuovo arrivato.
Il giocoliere, era lì, solo di passaggio e, non aveva nulla da offrire, ma, l’evento era così grandioso e gioioso che, si aggregò alla folla ed andò a vedere.
In quel momento, senza nulla da offrire, decise, di omaggiare il piccolo, con la sua arte di giocoleria, improvvisando uno spettacolo.
Tutti i presenti, compreso il Bambino Gesù, sorrisero, al vedere le palline colorate, volteggiare in aria, e così, nei giorni successivi, decisero di usare, le palline colorate, per decorare gli alberi.
Questo gesto, doveva rappresentare, i sorrisi, di quella notte magica, facendo continuare la gioia, del ricordo.
Da quel giorno, ogni anno tramandarono e mantennero la tradizione delle palline colorate ogni anno sui loro alberi, così rivedendole avrebbero ricordato quella notte magica.
Tra, le leggende natalizie, non poteva mancare, la vera storia, di Babbo Natale
Tutti noi, conosciamo Babbo Natale, ma, quanti, conoscono davvero, le sue origini?
La leggenda di Babbo Natale, riprende la storia, di San Nicola di Bari (o di Mira), un Vescovo Cristiano, divenuto noto, per le sue grandi elargizioni di denaro, e doni ai più poveri.
Si narra che, tra i tanti regali fatti, aveva donato, un’enorme dote, alle tre figlie di un uomo molto povero e devoto.
Questa dote, doveva servire, alle tre ragazze, per potersi sposare con onore.
Questo gesto, si diffuse così rapidamente, in tutti i Continenti, tanto da rendere famoso il Santo Nicola con la barba lunga ed il cuore grande.
La storia, fu narrata, per centinaia di anni, tanto, da diventare leggenda.
Ed, ovviamente, tra le leggende natalizie, non poteva mancare, la storia di "Frosty",
Il Pupazzo di Neve più famoso.
La sua storia, che arriva da molto lontano, é una storia che, rappresentava il simbolo, della forza dell’inverno.
Una leggenda, legata al destino delle stagioni, alla nascita ed alla morte.
La favola, è un’omaggio, al gelido inverno; un inno all’amicizia ed allo spirito dei bambini.
Lo stesso spirito che, da piccini, ci faceva attendere, le grandi nevicate, per poi correre fuori, a costruire, il nostro pupazzo di neve.
Il più famoso, pupazzo di neve della storia, é sicuramente “Frosty” (citato in film, cartoni ed anche nella famosa canzone di Michael Bublè).
Si parla, di un pupazzo di neve che, solo soletto, dalla cima della collina, aspettava, l’appuntamento pomeridiano, per la compagnia dei suoi amici bimbi.
Loro stessi, lo avevano realizzato, con il naso a bottone, due pezzi di carbone per gli occhi, un berretto di lana sul capo ed, una vecchia pipa di legno, per la bocca.
Un giorno, uno dei bambini, espresse un desiderio, e, indovinate un pò… chiese proprio, di avere un amico, come il suo pupazzo.
Durante la notte, improvvisamente, il pupazzo prese vita, ed, al mattino, si mostrò al bimbo, che, stupito, ma anche felice, iniziò a trascorrere il suo tempo, con il suo nuovo amico.
La loro amicizia, era alimentata da canti, giochi e divertimento, fino a quando, un giorno, il bimbo non si presentò all’appuntamento, ed il pupazzo di neve, preoccupato, scese dalla collina per cercarlo.
Frosty, giunse in città, dove, trovò il suo amico in compagnia di altri bambini, tutti insieme iniziarono a giocare e così fu anche nei giorni successivi.
La Primavera però, era alle porte, ed il sole, iniziava ad essere sempre più caldo.
Troppo caldo, per il pupazzo di neve, che decise di tornare alla sua collina, salutando i suoi nuovi amici, raccomandando loro di non piangere perché con il ritorno dell’inverno sarebbe tornato anche lui!
Così, ogni inverno, si ripete la magia, di una strana ma duratura amicizia!
Ma, forse non sai che, esiste anche: Il Pupazzo di Neve degli artisti.
Ciò che, sono certa, attirerà la tua attenzione (sempre restando in tema di Pupazzi di Neve), é che, anche un grande artista, si cimentò in questa pratica.
Sto parlando, del Grande Michelangelo Buonarroti.
Ebbene, nella splendida Firenze, dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, subentrò sui figlio Piero de Medici (detto il Fauto).
Seppur, il figlio di una nobile famiglia, il piccolo Piero, aveva le stesse esigenze e desideri, di tutti gli altri bambini, e come tale, nel periodo natalizio voleva il suo Pupazzo di Neve.
Così, propose al grande artista, la realizzazione di un pupazzo di neve, nel cortile di uno dei Palazzi Medicei.
Michelangelo, senza farselo ripete troppe volte, accettò, ed anche in questo caso venne fuori la sua geniale abilità.
Con le sue abili mani, plasmò la morbida neve, realizzando un altro dei suoi capolavori (purtroppo di breve durata, ma pur sempre un capolavoro).
Altro personaggio, protagonista delle leggende natalizie, é:
il dispettoso Folletto di Natale
Altro Personaggio natalizio, che compare nelle nostre case, da tempi più recenti, é il Folletto.
Le origini, di questo personaggio, arrivano, dalle storie e dalle leggende del Nord Europa e, di recente, sono entrati nelle tradizioni Natalizie di tutto il Mondo.
I Folletti di Natale, sono piccole creature, che vivono al Polo Nord, con Babbo Natale.
Sono i suoi piccoli aiutanti più fidati!
Queste Creature, che possono vestire, di verde o di rosso, hanno due lunghe orecchie appuntite.
Il loro compito, é quello di, costruire i giocattoli, nel laboratorio di Babbo Natale, e, di prendersi cura delle renne.
Ma, vista la grande mole di lavoro, di recente Babbo Natale, ha deciso di affidare loro, un nuovo compito: controllare, nel periodo che precede il Natale, le case dei bambini e le loro azioni, così da capire, se sono stati buoni (da meritarsi i regali), oppure, se sono stati cattivi (da meritarsi io carbone).
Il simpatico folletto, è espertissimo.
Durante il giorno, è sempre immobile (attento ad osservare i bambini); durante la notte, invece, prende vita.
Raccoglie informazioni, da poter riferire, a Babbo Natale. Lui osserva e conosce tutto quello che è successo nella giornata appena trascorsa.
Ma, muovendosi in casa può combinare tanti piccoli disastri: così la mattina, i bambini potranno trovare, le tracce dei pasticci e del disordine, che il folletto sbadato, ha lasciato in casa.
Sai perché siamo soliti appendere il Vischio?
Ci sono diverse leggende che, spiegano la sua storia ed il legame con il Natale
Questa leggenda, racconta di un vecchio e avido mercante, che viveva, in un paese immerso tra i monti.
Un uomo solitario che, non aveva amici e, non voleva nemmeno averne.
Una notte, non riuscendo a dormire, decise di alzarsi dal letto ed uscire di casa.
Giunto vicino la Porta di casa, si accorse che, tantissime persone, si erano messe in cammino.
Incuriosito, decise quindi, di seguirle ed iniziare il cammino con loro.
La folla lo accolse subito, all’interno del gruppo e, tutti iniziarono a rivolsi, a lui, chiamandolo “Fratello”, gli chiesero: “fratello, non vieni?
Quel termine “Fratello”, sembrò molto strano a quell’uomo tanto solitario che, non aveva neppure mai avuto fratelli.
Faceva il mercante e, per lui, esistevano solo clienti, che compravano e, colleghi che vendevano; tutto il resto non gli importava, lui stava bene da solo. O almeno era quello che credeva.
Si era unito a quella folla, solo perché incuriosito.
Ma, iniziò a riflettere sulla parola “Fratello”, continuava a ripeterla nella sua mente, iniziando anche a pensare, a quanto, sarebbe stato bello, avere tanti fratelli”. Era consapevole che, nessuna di quelle persone sarebbe potuto essere realmente suo fratello, ma quella semplice parola, lo faceva sentire diverso.
D’un tratto, la fola si fermò, erano giunti, davanti alla Grotta di Betlemme.
Uno dopo l’altro, l’uomo vedeva entrare le persone nella grotta, e tutti portavano qualcosa in dono.
Anche i poveri avevano portato qualcosa per omaggiare il bambino appena nato, lui invece che era un uomo ricco non aveva portato niente.
Arrivato il suo turno, entrò nella grotta, si inginocchiò ed esclamò: “Signore, ho trattato male i miei fratelli. Perdonami”, e cominciò a piangere.
Alla prima luce dell’alba, quelle lacrime, segno di un cuore nuovo, iniziarono a splendere come perle, in mezzo a due foglioline;
Era nato il vischio!!
Se vuoi, scoprire perché si ritiene che, baciarsi sotto il vischio, sia un Porta fortuna leggi il mio articolo.
E, se ti dicessi che, anche il Pettirosso, è legato, ad una leggenda natalizia?
In principio, questo uccellino, nacque, con le piume tutte marroni.
La leggenda, narra che a Betlemme, al tempo della nascita di Gesù, un uccellino marrone, dividesse la stalla, con la Sacra Famiglia.
La notte, della nascita del bambino Gesù, mentre tutti dormivano, il piccolo uccellino si accorse, che il fuoco si stava spegnendo, e così, volò giù, verso le braci, mantenendo il fuoco vivo, con il movimento delle sue ali.
In questo modo, riuscì a mantenere, al caldo, il Bambino Gesù e la sua famiglia.
Il mattino seguente, il pettirosso, fu premiato, con un bel petto rosso brillante, come simbolo del suo amore, per il neonato Gesù.
Altro personaggio, protagonista delle leggende natalizie, é sicuramente:
La leggenda di Rudolph: la simpatica renna, dal naso rosso
Dopo Babbo Natale, il personaggio, più amato, dai grandi e dai bambini è, sicuramente, Rudolph, la renna di Santa Claus.
La leggenda, narra della slitta di Babbo Natale, trainata, da un gruppo di, nove bellissime renne.
In particolare le storie si sono soffermate su una Renna in particolare; una Renna con un buffo naso rosso, di nome: Rudolph.
Questa renna, veniva derisa, dal proprio branco, proprio a causa, del suo strano naso rosso.
Lei però, si rivelò, di grande aiuto, a Babbo Natale: nella fredda notte della Vigilia di Natale.
A causa della nebbia, durante, la notte più lunga a laboriosa, per Babbo Natale, la slitta si perse, non riuscendo più a trovare la strada.
Ma, Rudolph, grazie al suo naso luminoso, rischiarò le strade del cielo, aiutando così, Babbo Natale, a consegnare i regali, a tutti i bambini, in tempo.
Da quel giorno, ogni anno, durante la notte della Vigilia, Rudolph si posiziona a capo della slitta per illuminare la strada ai suoi compagni.
Tra tutti gli animali, delle leggende natalizie, nessuno si ricorda mai di citare i gatti.
Forse perché, in pochi conoscono: La leggenda della M sulla fronte del gatto
Tra tutti gli animali, che contribuirono a scaldare, le fredde notti, del Bambino Gesù, appena nato, in pochi sanno che, insieme al Bue, l’Asinello ed il Pettirosso, vi era anche un gattino…
La leggenda narra che, nella fredda notte in cui nacque Gesù Bambino, anche un piccolo Gattino era lì.
Con il suo piccolo corpicino, si distese, accanto al piccolo Gesù, e con il calore del suo corpo, cercò di scaldarlo.
La mattina seguente, la Vergine Maria, per ringraziarlo, di questo gesto tanto altruistico, passò la sua mano sulla testa del gattino, per donargli una carezza.
Subito dopo, sulla fronte del gattino comparve la M, iniziale del nome di Maria.
Ancora oggi, questo simbolo di gratitudine resta evidente, in particolar modo sui gatti dal pelo tigrato.
Si dice che, sia una delle motivazioni per cui, i nostri piccoli amici, siano attirati dal Presepe e spesso, li ritroviamo a dormire, proprio vicino, la posizione del Bambino Gesù.
Lo sapevi che il gatto è ricorrente anche nelle storie legate all’Epifania?
E, cosa mi dici della leggenda natalizia, dell’Agrifoglio?
Conosciamo tutti l’agrifoglio; la pianta verde con piccole punte sulle foglie.
Anche, questa pianta, tipicamente invernale, é legata al periodo natalizio, quando, nel pieno della sua fioritura aggiunge delle piccole palline rosse.
La leggenda dell’Agrifoglio, narra di un piccolo orfanello che, viveva in casa di alcuni pastori.
La sua vita, non era né ricca né gioiosa ma, era grato alla famiglia che lo aveva accolto.
Un giorno, vicino alla sua casa, apparvero gli Angeli Araldi, giunti per annunciare la lieta novella della nascita di Gesù Bambino.
Pieno di gioia, il bambino, corse in casa ad avvertire tutti, poi tornò fuori e si mise subito in cammino, sulla via di Betlemme.
Durante il tragitto, pensò, di raccogliere rami d’alloro, da intrecciare, per realizzare una corona, da regalare al piccolo Re.
Una volta giunto, davanti la capanna. si rese conto di quanto, il suo regalo, in confronto a tutti gli altri, sembrasse misero, perciò iniziò a piangere.
A quel punto, Gesù Bambino, toccò la corona, ed improvvisamente, le sue foglie, iniziarono a brillare di un verde intenso e, le lacrime del bambino, che l’avevano bagnata, divennero luminose bacche rosse.
Anche per questo motivo, l’agrifoglio, é una pianta tipicamente utilizzata, nelle decorazioni natalizie.
E, perché, nel periodo natalizio, usiamo tanto, addobbare le porte di casa, con le Ghirlande?
Tra, le decorazioni natalizie, ve ne é una, che si posiziona proprio, sulle porte di casa.
Quasi come a voler dare, il benvenuto, a chi viene, a farci visita, durante il periodo natalizio o addirittura proprio nei giorni di festa.
Sto parlando delle Ghirlande.
Ma, ti sei mai chiesta/o perché, proprio questo semplice ma raffinato simbolo, viene scelto, ogni anno, tra le decorazioni natalizie?
Si narra che, una Vigilia di Natale, di molti anni fa, Gesù venne a benedire gli Alberi di Natale.
Fece il giro, di tutte le case e, ad un certo punto, si accorse che, l’albero di una casa, era coperta da ragnatele.
Quando Gesù, benedisse l’albero, le ragnatele si trasformarono, in bellissime ghirlande, d’oro e d’argento.
Da allora, la tradizione delle Ghirlande é giunta fino a noi che ancora le usiamo per decorare i nostri abeti e le nostre case per Natale.
Tra i simboli più diffusi, della decorazioni natalizie, vi é sicuramente la Stella di Natale.
Conosci la sua leggenda?
Anche la famosa “Stella di Natale”, che ogni anno, compare nelle nostre case, è legata alla storia, di un bimbo molto piccolo.
La leggenda narra, di un 25 Dicembre, molto lontano, in cui, un bimbo povero, entrò in una chiesa, per ripararsi dal freddo.
In quella notte, così Sacra, tutti entravano, a porgere i loro doni, al piccolo Gesù, nel giorno della sua nascita.
Il bimbo però, non aveva nulla da offrire, se non, un piccolo oggetto, costruito con pezzetti di legno, trovati per strada, che aveva raccolto, per utilizzare come legna, da ardere, per riscaldarsi.
Triste, per non avere niente da offrire, il bimbo, utilizzò i legnetti, per realizzare una piccola stella.
Il suo regalo, così dettato dal cuore, impressionò Gesù ed, allo stesso tempo, commosse il bimbo.
La sua lacrima, caduta proprio sulla stella di legno, d’incanto, si trasformò, nel fiore più rosso e bello, che i suoi occhi, avessero mai visto.
Nacque così la Stella di Natale!!
La tradizione del Ceppo o Tronchetto di Natale, é davvero molto interessante.
Una delle tradizioni natalizie, più antiche, è senza dubbio, quella del Ceppo di natale.
Un’usanza, tipicamente contadina, legata ai riti propiziatori e bene auguranti, per il nuovo anno.
In tempi antichi, il fuoco era un bene prezioso che, manteneva, le famiglie riunite, vicino ad esso; il camino, era, il cuore della casa ed anche, l’unica fonte di riscaldamento.
Secondo la tradizione, la Vigilia di Natale, il capofamiglia, poneva nel focolare di casa, un grosso tronco di legno, che, doveva ardere, nelle dodici notti (dalla Vigilia di Natale fino all’Epifania).
- Il ceppo, doveva essere di Quercia (il cui legno simboleggia la forza e la solidità).
- Il fuoco, generato dal ceppo, stava a simboleggiare, il passato, cogliendo i segni del prossimo futuro.
- Le scintille, che salivano, simboleggiavano il ritorno dei giorni lunghi.
- La cenere, veniva poi raccolta e sparsa nei campi per sperare in abbondanti raccolti.
Questa tradizione, oggi é quasi del tutto perduta, ma, sono sicura che, tutti conoscerete la versione dolce.
Vi sarà capitato di vedere tra i dolci delle feste il Tronchetto Natalizio, ebbene deriva proprio dal ceppo di Natale.
Le sue origini sono francesi, ma, nel corso degli ani si é diffusa ovunque!
Conosci la storia dei tipici bastoncini natalizi di zucchero : "Candy Canes"?
Non c’è Natale, senza i bastoncini di zucchero.
Le sue origini, forse non lo sai ma, risalgono al 1847, in seguito, all’emigrazione tedesca, in America.
Secondo la tradizione, la nascita di questi bastoncini, risale al 1670, grazie al Direttore d’Orchestra della Cattedrale di Colonia, in Germania.
Il quale, al fine di rimediare alla confusione, causata dei bambini, durante le celebrazioni della messa di Natale, distribuì queste caramelle.
Anche la scelta dei colori non è casuale ed è legata alla religione Cattolica:
- il Bianco rappresenta la purezza e l’assenza di peccato;
- il Rosso rappresenta il Sangue versato da Cristo per i peccati dell’umanità;
- Le strisce rosse più sottili rappresentano le frustate che Gesù ha ricevuto dai soldati romani.
- Il sapore di Caramello rappresenta la roccia solida su cui sono costruite le nostre vite.
- il sapore di Menta ricorda l’issopo (pianta aromatica adoperata per la purificazione).
Non esiste Natale senza gli Omini di Marzapane
Quella, dell’ Omino di Marzapane, non è proprio una fiaba di Natale, tuttavia, nel corso dei secoli é stata, sempre più, associata alla Festa più amata dai bimbi.
L’omino, che ne è protagonista, è un biscotto, tipico dei Paesi Anglosassoni, dove viene preparato, a Natale.
La storia dell’omino di Marzapane (o Pan di Zenzero), è molto amata dai bambini perché é associata ad una filastrocca.
Una volta, c’erano una vecchina e un vecchino che, vivevano in una piccola casetta.
Un giorno, la donnina, decise di preparare qualcosa di speciale; un dolce di marzapane.
Dopo aver preparato l’impasto, decise di realizzare dei biscotti e, dopo averli inseriti in forno a cuocere, udì una vocina:
“Fammi uscire, fammi uscire!”
La vecchina, andò ad aprire, lo sportello del forno ed il biscotto, a forma di omino saltò fuori.
Scappò via, per la cucina, e corse fuori, cercando si sfuggire, al calore del forno.
I due vecchietti non potevano essere più veloci e così il biscotto fuggì via. Lungo il tragitto anche persone cercarono di fermarlo ma senza riuscirci.
Intanto, l’omino di marzapane, correndo, cantava la filastrocca:
“Corri corri se tu vuoi,
Certo prendermi non puoi
E sai perché?
Sono tanto più veloce di te!
Per ogni persona che incontrava, ripeteva cantando la filastrocca.
Fino a quando incontrò una vecchia volpe furba, che gli disse:
“Fermati, smetti di correre, omino!” “Ho qualcosa da dirti!”.
L’omino di marzapane, non si fermò ma, intanto, cantava la filastrocca.
La vecchia volpe correva veloce come l’omino.
Lo seguì, fino giù al fiume, attraversando il bosco.
Giunto ai bordi del fiume, l’omino di marzapane, si dovette fermare, per ascoltare la volpe che, furba, gli disse:
“Voglio aiutarti ad attraversare il fiume. Saltami sulla coda e sarai salvo ed asciutto”.
Così l’omino si fece ingannare e saltò sulla coda della volpe.
Insieme attraversarono il fiume, ma la volpe aveva un suo piano ben preciso in mente.
Ecco che subito dopo gli disse:
“Per favore, puoi spostarti sulla groppa perché sei troppo pesante per la mia coda?”
L’omino di marzapane obbedì.
Subito dopo la volpe gli chiese di cambiare posizione: “Per favore saltami sul naso!”
Ora la volpe nuotava trasportando l’omino di marzapane sul naso.
Infine, raggiunsero l’altra sponda del fiume, ma, prima di uscire dall’acqua del fiume, la volpe fece volare l’omino per aria, mentre lei aspettava con la sua bocca spalancata.
A questo punto, l’omino non riuscì a sfuggire, alle grinfie della volpe, che riuscì a mangiarlo.
Quale sarà stato il regalo di Natale più grande al Mondo?
Non tutti sanno che, la Statua della Libertà, è stata regalata, dai Francesi, agli Stati Uniti d’America, proprio il giorno di Natale.
Lady Liberty arrivò, trasportata in 1883 casse, a bordo di una nave, che fece molti viaggi, prima di riuscire a trasportare tutti i pezzi.
Questo dono, fu simbolo, di Amicizia, tra i Francesi e gli Americani, che divenne commemorativo, per la Dichiarazione d’Indipendenza, firmata il 4 Luglio 1776.
La statua divenne, simbolo di speranza, per tutti gli immigrati, che giungevano qui, in cerca di una nuova vita.
Ancora oggi, rappresenta, uno dei maggiori simboli Americani!
Io stessa, ho un forte legame con la Statua della Libertà, solo a parlarne mi emoziono ancora. Ti racconto di più nel mio articolo
Dopo questa carrellata, di leggende e curiosità del periodo natalizio, spero di averti fatto scoprire qualche storia inedita.
Ma, non é finita qui, perché, ho scritto anche un altro articolo, per farti scoprire, da dove nasce la tradizione legata al periodo dell’
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