Napoli: La città Partenopea dalle mille leggende
Sono stata a visitare Napoli, nel mese di Aprile; periodo perfetto per dedicarle 2 giorni, quando la temperatura è ideale per fare lunghe passeggiate.
Sono stati 2 giorni davvero intensi in cui il mio telefono ha raggiunto il conteggio di 30 mila passi al giorno.
Il terzo giorno, invece, mi sono spostata in treno, per una visita molto speciale. Ad uno dei Patrimoni Unesco più belli su suolo Italiano: la Reggia di Caserta (una vera meraviglia che però ti racconterò in un’altra occasione).
Ora concentrati e prendi appunti, ti serviranno per il tuo prossimo itinerario napoletano!
il mio itinerario:
Uno dei mezzi di trasporto più comodi per arrivare a Napoli è sicuramente il Treno, e, prenotando con largo anticipo si possono sfruttare delle promozioni molto vantaggiose (ti consiglio di controllare sia quelle proposte da Trenitalia che da Italo).
GIORNO 1:
Per prima cosa, arrivando all’ora di pranzo, mi sono diretta da Masardona (una delle friggitorie storiche di Napoli, dove troverai una delle pizze fritte più buone della città).
Ti basterà camminare per 10 minuti circa, dalla stazione centrale di Napoli, per raggiungere la traversa in questione (probabilmente ti accorgerai di essere arrivato, per la fila di persone che attendono il proprio turno).
Dopo aver acquistato il mio pranzo, mi addentro nei vicoli antichi di Napoli, dirigendomi nel cuore più autentico: San Gregorio Armeno. Ma, per il momento, sono solo di passaggio, perché per prima cosa mi premeva andare in appartamento a lasciare il mio bagaglio e fare il check-in.
Per essere più comoda e, più vicina ai punti d’interesse, avevo scelto di soggiornare in Via dei Tribunali. Scelta azzeccatissima perché avevo a due passi tutti i punti più importanti del centro storico.
Un attimo di pausa, pranzo al volo e, sono pronta per immergermi nell’atmosfera napoletana più autentica.
Così, inizio ufficialmente il mio itinerario, e lo faccio proprio dall’attrazione turistica più famosa che, ho praticamente sotto casa:
“Via di San Gregorio Armeno”
il cuore del centro storico di Napoli; il quartiere più antico e folkloristico che affonda le sue radici in tempi molto antichi.
Questa via é famosa per due cose importantissime:
La Via dei Presepi
dove si possono trovare statuine di ogni genere, con i classici pastorelli o con i moderni volti di personaggi famosi.
Si, perché Napoli è diventata famosa (negli ultimi anni) anche per la realizzazione di statuine raffiguranti calciatori, personaggi politici, dello spettacolo, ecc. Solitamente vengono scelti coloro che, durante l’anno, hanno fatto clamore.
Il periodo natalizio è ovviamente quello in cui se ne vendono di più ma, qui in ogni giorno dell’anno potrete trovare ogni genere di decoro per il vostro presepe.
Pare che, la tradizione dei presepi napoletani risalga al 1700, anche se, in tempi ancora più antichi, in Via di San Gregorio Armeno, esisteva un tempio dedicato alla Divinità Cerere.
I cittadini realizzavano statuine in terracotta per donarli come ex voto alla Dea.
Sulle fondamenta di questo Tempio, è stata edificata la Chiesa dedicata a San Gregorio Armeno, con il sontuoso campanile che funge anche da ponte tra il monastero e la chiesa vera e propria.
Il luogo perfetto per souvenir ed amuleti
La tradizione Napoletana é famosa anche per i suoi riti scaramantici ed i suoi oggetti portafortuna.
Uno in particolare é il “Cornetto rosso” (o curniciello, come lo chiamano qui). Ma, aspetta che ora ti svelo qualcosa che forse non sai.
La tradizione vuole che, il cornetto debba essere:
- rosso,
- realizzato a mano,
- regalato
ma, soprattutto
- attivato
Vedi…! Te l’avevo detto che non eri a conoscenza di tutta procedura. Mi raccomando non dimenticarla la prossima volta!
Ma la storia di questa antica tradizione non è finita qui.
Le sue radici ci portando fino al periodo Preistorico, quando, gli uomini delle caverne, usavano appendere le corna degli animali cacciati, davanti gli ingressi delle loro caverne, come simbolo di potenza ma anche di protezione.
Se ben ricordi, anche i popoli Vichinghi, ed in particolare i guerrieri, usavano porre, sui loro copricapi, delle corna di animali.
La tradizione continuò a diffondersi anche tra le popolazioni più povere che iniziarono a riprodurre questo simbolo con i materiali che avevano a disposizione (es. legno, ferro, argilla, ecc).
Questa usanza arrivò fino a Napoli, dove si fuse con le credenze Greche.
Si narrava che, questo simbolo, fosse legato al Dio della Prosperità che, i Greci ritenevano appunto, protettore contro la cattiva sorte.
Io ovviamente ho fatto scorta di cornetti rossi da regalare ed ho ricevuto il mio, adesso tocca a te.
Continuando la passeggiata, mi sono imbattuta in molte prelibatezze dolciarie, alle quali ho provato a resistere ma, alla fine ho ceduto ad una sfogliatella. Tu quale preferisci, la riccia o la frolla?
E, mentre continuavo a passeggiare per Via dei Tribunali mi sono imbattuta in una strana Chiesa (la Chiesa di santa Maria delle Anime del Purgatorio), protetta da tre strani teschi (o capuzzelle) che, pare siano maledetti.
La chiesa fu costruita per volere di una congregazione laica, che si occupava di raccogliere fondi per aiutare i bisognosi. I fondi raccolti dovevano servire per aiutare coloro i quali non potevano permettersi funerali e sepolture, per i loro defunti.
Per questa ragione, la chiesa fu dedicata ed intitolata alla Anime del Purgatorio. Grazie alle preghiere delle donne, le anime potevano espiare i loro peccati passando dal Purgatorio al Paradiso.
La parte superiore della chiesa rappresenta il mondo dei vivi, mentre quella inferiore quella dei morti.
Ovviamente non poteva mancare una strana leggenda a riguardo, se ti va, scoprila sul mio profilo Instagram.
Poco distante, in “Vico del Fico al Purgatorio”, si trova un piccolo arco molto particolare.
Probabilmente non lo noterai con facilità ma fai attenzione perché proprio sotto di esso si trova un monumento ancora molto significativo per la popolazione.
Il Monumento dedicato alla maschera popolare “Pulcinella“.
Beh, dedicagli qualche minuto, ne varrà sicuramente la pena. Perché, come noterai dal suo naso più chiaro rispetto alla testa, tutti usano toccarlo. Questo gesto ha un significato particolare:
Pare che, toccare il suo naso porti fortuna.
Potevo mai privarmi di un tentativo di buona sorte… !?
Fallo anche tu!
Subito dopo mi sono diretta a visitare un altro imperdibile monumento: la Cattedrale di Santa Maria Assunta.
Una delle chiese più importanti della città, sia dal punto di vista artistico che religioso. Al suo interno sono custodite le reliquie del Santo più importante a cui i Napoletani sono molto devoti:
San Gennaro
All’interno di questa bellissima Cattedrale vi è una cappella a lui dedicata in cui vengono custoditi preziosi gioielli e doni che, persone devote hanno voluto regalare a San Gennaro.
All’interno di questa Cappella vi è custodita anche la reliquia più importante del Santo: una piccola e preziosa ampolla all’interno della quale sono conservate alcune gocce del sangue di San Gennaro.
Proprio questa piccola ampolla ogni anno attira centinaia di persone che si affollano in chiesa e nel piazzale per partecipare al miracolo del “sangue di San Gennaro”.
Questo evento si svolge 3 volte ogni anno:
- il sabato precedente la prima domenica di maggio,
- il 19 settembre e
- il 16 dicembre,
Tutti accorrono nella Cappella del Duomo per assistere al prodigio della liquefazione.
Una cerimonia molto sentita ed emozionante, all’interno della quale si intonano canti ed invocazioni dedicate al Santo.
L’espressione “San Gennà pensaci tu” è nel linguaggio comune di ogni Napoletano che lo invoca quando è preoccupato per qualcosa, oppure ha bisogno di aiuto per qualcosa.
La leggenda narra che, Santa Eusebia (nutrice del Santo), abbia raccolto alcune gocce di San Gennaro dopo la sua decapitazione, e, le abbia conservate in questa piccola e preziosa ampolla.
Solitamente, se il sangue non si scioglie, si verificano sciagure ed eventi catastrofici come ad esempio l’eruzione del Vesuvio.
Ecco perché questo evento è molto sentito dalla popolazione.
L’accesso al Duomo è libero e gratuito, solo la visita alla Cappella di San Gennaro è a pagamento. Proprio accanto l’ingresso vi è una biglietteria oppure è possibile acquistare i biglietti direttamente online e scegliere tra le varie opzioni.
Una volta all’interno lasciati guidare dalla curiosità e perditi ad ammirare le bellezze artistiche qui custodite. Prenditi il tuo tempo per cercare affreschi importanti come quello realizzato dal Perugino ed, una volta arrivato davanti l’altare maggiore, ti invito a notare una piccola scaletta.
Percorrila e ti porterà nella Cripta di San Gennaro (ingresso é libero). Qui ti sembrerà di essere in una chiesa totalmente differente. In questo luogo molto suggestivo, sorvegliato dal Cardinale Caraffa, vi sono altre reliquie del Santo. Si respira un’atmosfera molto emozionante.
Se vuoi un’anteprima guarda il mio Rell su Instagram.
Ma, aspetta, perché le bellezze nella cattedrale non sono ancora finite.
Ritorna su e dirigiti verso la navata sinistra. Qui troverai un’altra piccola scalinata che ti porterà dentro al Battistero di San Giovanni in Fonte. Il Battistero Paleocristiano più antico d’Occidente (anche qui l’accesso é libero).
Un luogo davvero suggestivo. Non solo perché il forse l’unico Battistero a trovarsi all’interno di una Cattedrale, ma, perché al suo interno ci sono opere di estremo valore. Una tra tutte é troverete la sorprendete cupola a mosaico. Davvero meravigliosa!
E, questa prima giornata, non ha ancora finito di sorprendermi. Continuando la passeggiata, subito dopo essere entrata nel Duomo di Napoli, ecco che scopro un’altra chicca davvero particolare. Questa volta un fuori programma rispetto alle tappe del mio itinerario.
Sto parlando della Basilica di Santa Chiara, un Monastero Medievale nel cuore del centro storico di Napoli. Una cittadella francescana realizzata costruendo due conventi contigui ma separati: uno femminile (destinato ad accogliere l’ordine delle clarisse) e l’altro maschile (per ospitare i frati francescani). Ancora oggi trovarsi nella navata principale, dà la sensazione di trovarsi in uno di quei film ambientati nel medioevo.
Non so se sono riuscita a rendere l’idea ma probabilmente vedere con i miei occhi ti aiuterà.
Questa prima giornata, già ricca di bellezze Partenopee stava per giungere al termine ma, non senza prima aver mangiato un’altra super pizza, questa volta classica e dove andare se non da Sorbillo.
GIORNO 2:
Si dice che “il mattino ha l’oro in bocca” ed allora… prima tappa del giorno Pasticceria Poppella, dove la scelta diventa davvero difficile.
Sicuramente non puoi perdere il “fiocco di neve“, una loro specialità che troverai solo qui, ed in nessun’altra pasticceria.
E poi, sbizzarrisciti tra aragostine, babà, sfogliatelle, zeppole e tantissimo altro.
Subito dopo sono andata a scoprire una zona di Napoli che forse è ancora troppo sottovalutata: l’Orto Botanico. Un polmone verde nel bel mezzo del traffico cittadino.
Simbolo di speranza e grande desiderio di Re Ferdinando di Borbone che, qui volle riunire piante e fiori provenienti da ogni parte del mondo. Per questo ancora oggi lo si conosce anche con il nome di “Real Orto Botanico“.
Doveva diventare il centro di tutte le attività culturali e scientifiche. Come molti giardini, iniziò la sua collezione dalle piante officinali, per poi essere arricchito delle più svariate specie di piante. Infine fu abbellito da monumenti ed edifici.
Qui si può venire a rilassarvi e respirare un’atmosfera tranquilla, passeggiando alla scoperta delle varie aree o semplicemente sedendosi in una delle tante panchine ombreggianti. L’ingresso è libero e gratuito; basterà solo consultare gli orari di apertura e chiusura.
Dopo questa bellissima e piacevole scoperta, riprendo la mia passeggiata dirigendomi verso un’altra Piazza, simbolo di Napoli:
Piazza del Plebiscito
La piazza, così come risulta dalla concezione tipicamente barocca, rappresenta il salotto della città, un luogo dove storia, architettura e cultura si fondono insieme con la vita urbana e, l’identità del popolo, rafforzandone l’unità.
Il suo nome fu scelto dopo che il plebiscito del 21 ottobre 1860 decretò l’annessione del Regno delle due Sicilie al Regno di Sardegna.
I principali Monumenti di questa Piazza sono:
- Il Palazzo Reale,
- la Chiesa di San Francesco di Paola,
- la Prefettura e
- le due statue equestri dedicate a Carlo III di Borbone ed a suo figlio Ferdinando I (realizzate dal Canova e da un suo allievo).
La Prefettura oggi ospita gli uffici della Provincia ma, anticamente, era un ex convento domenicano.
Dalla sue macerie fu costruito il Palazzo così come lo vediamo oggi.
Mentre, alle sue spalle si trova uno dei caffè storici di Napoli: il Caffé Gambrinus (che é anche uno dei caffè più antichi e famosi d’Italia).
La Chiesa di San Francesco é considerata uno tra i più importanti esempi di architettura neoclassica italiana, fu costruita per volontà di Ferdinando I.
Questa Chiesa ha due caratteristiche molto particolari che ricordano altri due importantissimi monumenti italiani:
- Il colonnato che, si ispira palesemente a quello di San Pietro a Roma,
- mentre la forma della sua cupola ricorda esattamente quella del Pantheon di Roma (sia esternamente che internamente).
Il Palazzo Reale é una delle quattro residenze usate dai Reali di Borbone di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie.
Oggi, al suo interno vi è la sede della Biblioteca nazionale di Napoli.
E, come tutti gli antichi Palazzi, anche questo conserva e tramanda le sue leggende.
Una in particolare narra di meravigliose feste da ballo che, la Regina Maria Carolina di Borbone, sposa di Ferdinando II, amava organizzare.
Pare che, ancora oggi, passeggiando in Piazza del Plebiscito di sera, si possano vedere, dalle finestre del Palazzo, le luci delle grandi feste e le ombre degli invitati danzanti.
E’ giunta l’ora di pranzo ed io ho un consiglio per te.
Poco distante dalla Piazza, percorrendo la via dello shopping, potrai mangiare una deliziosa pizza a portafoglio molto economica e davvero soddisfacente.
La pizzeria fa parte della catena Sorbillo,ma qui non troverai porti a sedere, né lunghe code. I gusti sono pochi ma anche una semplice margherita ti saprà sorprendere. Ed inoltre avrai l’occasione di assaggiare uno dei tanti formati di pizza differenti che solo qui a Napoli troverai.
Si chiama Pizzeria Sorbillo Piccolina – Gino e Toto.
Giusto il tempo di riposare qualche minuto degustando la pizza, e poi si riparte verso il mare. A pancia piena il tour riprende meglio!
Continua a camminare in questa via e dirigiti in direzione di Castel Nuovo (oggi sede del Museo Civico), è il più imponente tra i castelli di Napoli.
Forse lo conosci come “Maschio Angioino” (nome che gli fu attribuito dai sudditi per accentuare l’importanza delle sue torri (infatti la parola maschio stava a significare proprio torrione), ed anche per sottolinearne il nome della Casata D’Angiò (famiglia che ebbe un ruolo importante nel tessuto politico e culturale napoletano).
Ad esso ovviamente sono legate moltissime leggende ma quella che mi ha colpito di più è quella del “coccodrillo e del miglio“.
Pare che in origine i depositi di grano del regno aragonese fossero custodite nelle torri del castello (per questo detta “del miglio”) ma, quando successivamente fu adibita a prigioni. Si racconta, ancora oggi, che i prigionieri sparissero in circostanze inspiegabili.
La leggenda vuole che, all’interno ci fosse una buca scavata nel pavimento, collegata direttamente al mare, dalla quale un grosso coccodrillo entrasse per trascinare direttamente nelle profonde acque i malcapitati.
Questa è stata semplicemente un tappa di passaggio, non mi sono soffermata molto a questo castello, seppur è di rilevante importanza.
Ma, mi piaceva raccontarti la sua leggenda.
Ovviamente se tu hai più tempo, dedicati anche alla visita nella sale interne, qualora fosse possibile.
Mentre, invece, la mia passeggiata continua sul lungomare. Volevo raggiungere un altro importante castello anche se i miei piedi iniziavano ad implorare pietà!
Castel dell'Ovo
Una delle tantissime storie narrate sull’isolotto di Megaride, descrive il Golfo di Napoli come il punto più tempestoso (quasi a voler proteggere l’accesso alla piccola oasi di pace dove vivevano le Ninfee Marine).
Qui nascevano aranceti, canneti ed arbusti tipici della macchia mediterranea; tanto era bello che divenne, appunto, la casa delle Ninfee marine.
Tutto questo paradiso fu devastato dall’arrivo di un guerriero che edificò qui la sua Villa-fortezza di Megaride.
La villa ospitò giardini ricchi di frutteti e piante esotiche ma, divenne anche una prigione per le Ninfee Marine, che il guerriero volle sistemare all’interno del suo giardino.
Nacque così uno dei monumenti simbolo di Napoli: l’isolotto con il Castel dell’Ovo!
Questo nome gli fu dato a seguito della leggenda secondo cui Virgilio (il poeta e mago) nascose, nei sotterranei del castello, un magico uovo d’oro.
Sempre secondo la leggenda, a quest’uovo, sono legate le vicende e la buona sorte, della città e dei cittadini.
Si pensa che Napoli esisterà fino a quando l’uovo non si romperà.
Secondo un’altra leggenda, l’isolotto di Megaride, su cui si innalza il Castel dell’Ovo, è stato il primo approdo dei Greci che conquistarono il golfo di Napoli e fondarono la “città nuova” Neapolis.
I coloni greci trovarono, nel Golfo, le condizioni ideali per vivere, grazie anche ad una terra fertile e ricca di minerali.
Neapolis fu l’area della città nuova (che si estendeva all’attuale centro storico), mentre Palepolis era la zona della città vecchia.
Proseguendo la mia passeggiata il mio sguardo si incanta ad ammirare, seppur in lontananza, il maestoso Vesuvio (altro simbolo della città).
Su di lui potrei elencarti curiosità e leggende a non finire, ma non vorrei annoiarti, perciò, se siete interessati a scoprirle le trovate tutte sul mio profilo Instagram.
A questo punto è giunta l’ora di rientrare a casa. E, con le mie ultime forze rientro in zona appartamento. Ma non si può andare a letto senza cena, perciò si torna da Sorbillo.
P.S.
se non lo sai ancora, per cenare o pranzare da Sorbillo dovrai aspettare diverse ore in fila. Qui non ci sono prenotazioni o meglio, si arriva, ci si iscrive in una lista, e si aspetta che si liberino i tavoli. Potresti aspettare 5 minuti, o 20 minuti così come 2 ore…
La popolarità si paga, e le fama di Sorbillo è giunta fino negli USA, ecco perché le file sono così lunghe…!!!
Ora a nanna, che domani mattina mi aspetta una meraviglia italiana, Patrimonio Unesco!
Presto un nuovo articolo sulla
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