Cosa vedere a Taranta Peligna: lo straordinario borgo abruzzese dei record

Cosa vedere a Taranta Peligna lo straordinario borgo abruzzese dei record

Dalle grotte più alte d'Europa, all'arte della tessitura, fino alla coperta da record, Taranta Peligna é il borgo che ti sorprenderà

Ciao e Benvenuto/a, in questo nuovo articolo.

Se sei qui, probabilmente hai sentito parlare di questo piccolo borgo abruzzese ed ora sei curioso/a di scoprire cosa vedere a Taranta Peligna.

Bene, voglio dirti che sei nel posto giusto, perché oggi ti racconterò la storia di questo antico borgo e di tutte le meraviglie che puoi scoprire qui.

Intanto devi sapere che Taranta Peligna non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza da vivere.

Qui, in questo piccolo borgo in Provincia di Chieti, incastonato tra le montagne del Parco della Maiella ed avvolto da un silenzio magico, tra antiche tradizioni tessili, vicoli ordinati, grotte naturali millenarie, vivrai un’esperienza unica.

Perciò, sappi che, se cerchi una destinazione autentica e fuori dai soliti circuiti turistici, stai per scoprire un angolo d’Abruzzo che saprà sorprenderti con la sua storia e la sua atmosfera.

Ma, prima di addentrarci nei dettagli di questo borgo incredibile, se é la prima volta che leggi il mio blog, lascia che mi presenti brevemente:

Io sono MaryTravel Blogger, Travel Content Creator e Tour Leader.

Vivo, delle emozioni, che ogni luogo sa regalarmi. 

Ed, al ritorno da ogni mio viaggio, mi trasformo in una Storyteller, per raccontarti la mia esperienza.

Mentre viaggio, amo approfondire la storia dei luoghi che visito, attraverso le loro tradizioni popolari, ecco perché, all’interno dei miei contenuti, troverai spesso “curiosità” ed aneddoti.
Ogni luogo, monumento o realtà turistica, ha storie incredibili da raccontare ed il mio compito, é proprio quello di fartele scoprire. 
Coinvolgendoti a visitare città, borghi, o semplicemente il parco vicino casa, non da semplice turista/visitatore, bensì da perfetto/a local.
Grazie a leggende, particolarità e dettagli, ti darò la possibilità di guardare con occhi diversi ciò che ti circonda; insomma un viaggio nel viaggio.

Ed ora che ci conosciamo meglio, iniziamo questo 

viaggio alla scoperta di Taranta Peligna

uno di quei borghi che ti accolgono con la bellezza semplice e autentica.

Le sue stradine sono adornate da mosaici raffiguranti ragni, simbolo del paese e legati all’origine del suo nome.

Pare infatti che “Taranta” derivi proprio da “Tarantola” i ragni che con le loro meravigliose zampine creano delle ragnatele perfette.

Ed a Taranta, con la stessa maestria si é sviluppata l’arte della tessitura, diventando il “borgo delle coperte”, capolavori in lana decorate con simboli geometrici e colori vivaci, tramandati da generazioni.

i Ragni di Taranta Peligna

Passeggiando nel borgo resterai incantato dalle case curate, le fioriere colorate e la sensazione di ordine e armonia lo rendono un luogo perfetto per una passeggiata lenta, alla scoperta di scorci pittoreschi e angoli inaspettati.

Tutt’intorno, la natura domina il paesaggio, regalando un senso di pace e connessione con il territorio.

La storia antica di Taranta Peligna

ci riporta indietro di molti secoli, addirittura in epoca preistorica (a testimoniarlo il ritrovamento di oggetti antichissimi come un’ascia di bronzo).

Questo piccolo borgo nasce come feudo nella Valle del fiume Aventino, alle pendici della Maiella ed abbiamo quasi rischiato di perderlo del tutto in due occasioni:

  • quando durante la seconda guerra mondiale il paese venne quasi del tutto distrutto dai tedeschi.
  • quando venne colpito da vari terremoti che causarono molte vittime.

Dopo questa breve premessa, per introdurti alla storia del borgo, andiamo al motivo per il quale sei qui a leggermi, ovvero

Cosa vedere a Taranta Peligna:

Bene, il modo migliore per vivere e scoprire Taranta Peligna è senza dubbio passeggiare e 

perdersi nei vicoli del borgo

In questo modo, noterai con piacere che, ogni angolo nasconde dettagli affascinanti, dai portali in legno, ai dettagli in pietra fino ai mosaici ed alle decorazioni ispirate alla tradizione tessile. E non dimentichiamo gli scorci panoramici che regalano viste mozzafiato sulle montagne circostanti.

Proprio un Partale é uno dei suoi monumenti più affascinanti, sto parlando della

Chiesa di San Biagio con i suoi resti

che si trovano proprio al centro del borgo (nell’omonimo piazzale di San Biagio).

Delle rovine della Chiesa di S. Biagio, oggi sono rimasti:

  • alcuni tratti delle mura,
  • la zona absidale,
  • la facciata in pietra,
  • il grande portale che conserva la porta in legno (con sopra incise le figure di S. Biagio e S. Rocco),
  • i resti della torre campanaria (eretta dal 1564 al 1616 come testimoniano due iscrizioni alla base del campanile).

Come ti dicevo sopra, il borgo fu assediato dalle truppe naziste durante la II Guerra Mondiale e, la chiesa fu fatta saltare in aria. 

Anche se resta ben poco, la Chiesa di S. Biagio é comunque una delle architetture più interessanti di Taranta Peligna.

Sia il piazzale adiacente che, la zona interna, vengono ancora oggi utilizzate per spettacoli teatrali estivi e, per eventi religiosi durante l’anno come quello del 2 febbraio, in cui si celebra la festa della Candelora, con la preparazione del pane sacro, detto “panicella”.

Cosa vedere a Taranta Peligna: la Chiesa di San Biagio

Ma non é finita qui…

Proprio affacciandoti dal suo bellissimo piazzale panoramico, potrai ammirare davanti a te

la Chiesa di San Nicola di Bari

Una chiesa parrocchiale che si narra sia stata costruita sopra le fondamenta di un vecchio castello, distrutto da un forte terremoto.

Conservate al suo interno vi sono alcune tele molto preziose ed un crocifisso su tavola.

Sulla facciata vediamo spiccare una torre campanaria con orologio, mentre l’ingresso é preceduto da una lunga scalinata a due rampe.

Tra le opere d’arte al suo intero si conserva la statua di San Nicola, usata per la processione. Il Santo è ritratto a mezzobusto ed indossa le vesti di vescovo.

Taranta Peligna é il borgo che ti sorprenderà

Mentre passeggi nei vicoli del borgo noterai che la pavimentazione in alcuni punti non é la classica asfaltatura ma presenta mosaici ed opere a mosaico.

Ogni disegno rappresentato é legato alla tradizione tessile di Taranta Peligna.

Vicino il piazzale di S. Biagio noterai un particolare mosaico con un ragno (di cui ti ho parlato sopra), questo é legato al suo nome “Taranta” da “Tarantola” (appunto i ragni).

Ma, non finisce qui, perché come i ragni tessono le loro tele così anche Taranta ha tramandato una antichissima tradizione:

l'arte della tessitura

Taranta Peligna è stata per secoli un importante centro per la produzione di coperte in lana, famose in tutta Italia per la loro lavorazione artigianale e per i suoi motivi geometrici inconfondibili.

Oggi, il vecchio laboratorio tessile è chiuso al pubblico, ma l’eredità di questa antica arte sopravvive nelle decorazioni del borgo e nei racconti degli abitanti, che custodiscono con orgoglio la memoria di questa tradizione.

Una delle opere che più mi ha colpito é la sua 

coperta da record

Si trova sulla strada principale del borgo, proprio accanto al Municipio.

Passeggiando per Taranta Peligna, non si può fare a meno di notare il bianco e l’azzurro con i quali é stata dipinta.

Una lunga strada in salita, decorata con i motivi che riproducono i ricami tradizionali delle coperte di Taranta. Questo omaggio alla storica tradizione tessile del paese è diventato un’attrazione imperdibile, un ponte tra passato e presente che racconta l’identità del borgo attraverso l’arte.

A Taranta Peligna puoi vedere la Coperta da record

Restando in tema passeggiata, poco fuori dal centro storico puoi addentrarti nella natura vivendo un’esperienza rilassante e suggestiva 

lungo il fiume Aventino

Per chi ama il contatto con la natura, questo luogo é perfetto; il suono dell’acqua, il verde circostante e l’aria fresca di montagna rendono questa passeggiata perfetta per rigenerarsi.

Taranta Peligna - fiume Aventino

E se sei un pò più avventuriero, cé un altro luogo poco distante, che ti consiglio di visitare:

Il Sacrario Militare della Brigata Maiella

In questo caso ti consiglio di indossare delle scarpe adeguate poiché dovrai attraversare un tratto sterrato e potresti scivolare.

Il Sacrario si trova su uno sperone roccioso, un perfetto punto panoramico per ammirare il borgo ai tuoi piedi.

Fu eretto lungo la strada che da Lama dei Peligni conduce a Palena, per omaggiare la forza e la tenacia dei partigiani abruzzesi.

Il sacrario è composto da una cappella a forma di capanna, realizzata tutta in pietra con una lapide che porta l’iscrizione “Onore ai caduti” e lo stemma ufficiale della Brigata.

Il sacrario è preceduto da un percorso a piedi lungo la parete rocciosa, fino al raggiungimento del piazzaletto del Sacrario (detto “cammino della Liberazione”).

La Loggetta di Taranta Peligna

Lungo questo percorso roccioso, subito dopo aver superato il Sacrario, si trova 

La Loggetta

Uno dei simboli più affascinanti del borgo dal quale, potrai godere di una delle viste più suggestive sul borgo e sulle montagne circostanti.

Un tempo questo era un punto di ritrovo per gli abitanti, e ancora oggi conserva quel fascino senza tempo che invita a soffermarsi e lasciarsi avvolgere dall’atmosfera di Taranta Peligna.

Se stanco/a?

Spero tanto di no, perché il bello deve ancora arrivare….

Questo piccolo borgo conserva un segreto millenario, molto importante anche dal punto di vista scientifico e naturalistico:

Le Grotte del Cavallone

A pochi chilometri dal borgo si trovano le spettacolari Grotte del Cavallone, uno dei complessi carsici più affascinanti d’Abruzzo.

Conosciute anche come “le grotte della Divina Commedia” per le suggestioni dantesche che evocano, queste grotte sono una tappa imperdibile per chi ama l’avventura e la natura.

Per chi ha il desiderio di visitarle, offrono un viaggio tra stalattiti e stalagmiti di incredibile bellezza.

Le Grotte del Cavallone sono il “Paradiso” nascosto nel cuore della Maiella

una vera e propria risorsa preziosa per la speleologia, che le classifica come “le grotte visitabili più alte d’Europa” per la loro posizione.

Gli studiosi hanno ipotizzato la loro formazione tra i 65 e i 23 milioni di anni fa, studiando le forme calcariche presenti al suo interno.

Ti lascio immaginare le meravigliose opere che l’azione carsica ed erosiva delle acque, hanno scavato nel corso del tempo, creando delle cavità interne, ricche di stalattiti e stalagmiti che sono davvero dei capolavori.

Inoltre queste grotte sono la casa di diverse specie di pipistrelli che trovano qui un ambiente favorevole dato da una temperatura interna costante di 10 °C.

Come raggiungere le Grotte del Cavallone?

Una volta raggiunto il parcheggio e acquistato il tuo biglietto, potrai salire a bordo della cestovia che ti permetterà di raggiungere l’ingresso delle grotte.

La cestovia, denominata “Colle Rotondo-Cavallone”, parte da quota 750 m s.l.m., e raggiunge una quota di 1388 m s.l.m., l’ultimo tratto si percorre a piedi seguendo una scalinata che ti porterà a raggiungere le grotte nel suo punto più alto, a ben 1475 m s.l.m. 

Taranta Peligna cestovia per le Grotte del Cavallone

Ti lascio qui il link della pagina ufficiale da consultare prima della tua visita.

Altra informazione che potrebbe tornarti utile é sapere che la visita é consentita solo accompagnati da guide esperte e dunque potresti dover aspettare che si formino i gruppi.

Ma vedrai che l’attesa e la fatica verranno ricompensati.

E dopo queste informazioni tecniche torniamo alla

storia delle Grotte del Cavallone

Durante la visita scoprirai alcuni dettagli davvero curiosi, come ad esempio i nomi fantasiosi legati alla somiglianza che alcune concrezioni calcaree hanno assunto, come:

  • la “sala degli Elefanti”,
  • la “sala dei Prosciutti”,
  • la “sala delle Statue”,
  • la “sala di Aligi” (legata ai racconti di Dannunzio),
  • vedrai la “Torre di Pisa” e anche il “Colosseo”;
Taranta Peligna le Grotte del Cavallone le sale

Le Grotte, così come le vediamo oggi sono frutto di secoli di esplorazioni, alternate a periodi di blocchi, di abbandono e di utilizzi alternativi.

Le varie esplorazioni delle Grotte del Cavallone

si possono suddividere così:

  • vennero notate per la prima volta dai pastori che venivano fin qua sù con il bestiame per accompagnarlo sui pascoli d’alta quota della Maiella.

Si racconta però che questi stessi pastori non ne visitarono mai gli interni.

  • La prima visita ufficiale (non completa) fu documentata solo a metà del 1600, per la precisione 1666 (data testimoniata dall’incisione su un masso collocato all’ingresso odierno).
  • Questa visita fu seguita da una vera esplorazione avvenuta nel 1704 (documentata anche questa da una seconda incisione sullo stesso masso) da parte di due medici che si addentrarono fino alla “Grotta del Bue”.
  • L’anno seguente anche un fisico venne a visitarle, raccontando in una sua opera, la sua personale esperienza unita a racconti di locali (che rese popolare la località).

Per qualche anno le esplorazioni si fermarono fino a quando, quasi un secolo dopo,

  • un pastore di Taranta Peligna, nel recuperare una delle sue capre avventuratasi sui monti, entrò nelle grotte riuscendo ad addentrarsi in altre sale (all’epoca ancora inesplorate).

Questa visita innescò nuovamente l’interesse e fu seguita, nello stesso anno

  • da un Dottore che arrivò fino alla grotta oggi conosciuta come “La Bolgia Dantesca”.

Alla fine del 1800 arrivarono

  • altri esploratori tra i quali il Fondatore della Società delle Grotte del Cavallone che oltre ad esplorare altre aree, realizzarono le scalinate scavate nella roccia (sostituendo il vecchio percorso in legno pericolante).
  • E giungiamo così agli inizi del 1900 quando le grotte ebbero un gran successo grazie alla scenografia di un’opera di Gabriele D’Annunzio “La figlia di Iorio”.

Dove sta il collegamento?

Beh, lo scenografo di questa tragedia pastorale si ispirò proprio all’ingresso delle Grotte dopo averle visitate.

Come immaginerai questo gran successo portò molti visitatori, tanto da farle soprannominare “Grotta della figlia di Iorio“.

  • Alcuni anni dopo, le grotte iniziarono ad essere mappate. Alcuni speleologi ne tracciarono le dimensioni interne e ne esplorarono altre aree che portarono ad una prima planimetria.
  • Durante i tempi della Guerra Mondiale, le grotte furono anche utilizzate, come rifugio per gli abitanti, dopo che i bombardamenti distrussero interi paesi.
  • Dopodiché furono oggetto di nuove esplorazioni da parte degli speleologi che riuscirono ad esplorare altre aree, scoprendo altre cavità sempre più interessanti.
  • E, quasi alla fine del 1900, venne realizzata la cestovia “Colle Rotondo-Cavallone” che permetteva l’accesso sia agli addetti ai lavori che ai visitatori.

Lo so che ti starai ancora chiedendo: ma allora

perché si chiamano "Grotte del Cavallone"?

Pare che questo nome derivi da una strana conformazione delle rocce che, se osservate da lontano, assumano le sembianza della testa di un cavallo di profilo.

E che, se osservato il profilo laterale del cavallo, l’ingresso (delle grotte) corrisponderebbe all’occhio destro.

Tu lo vedi?

Taranta Peligna: le Grotte del Cavallone sono le grotte visitabili più alte d'Europa

Non voglio spingermi oltre a raccontarti di questa visita, vorrei che tu la visitassi con un pò di mistero, per lasciare che la natura e le sue meraviglie ti sorprendano come hanno fatto con me.

E spero, che questo mio racconto ti abbia fatto capire che visitare Taranta Peligna ti riserverà tante sorprese.

E voglio anche dirti che 

Taranta Peligna é un borgo che ti accoglie come un membro della comunità

Ciò che lo rende davvero speciale è l’accoglienza dei suoi abitanti.

Qui il turista non è un semplice visitatore, ma un ospite che viene accolto con calore e curiosità.

La sensazione è quella di entrare a far parte di una comunità che custodisce con amore il proprio borgo e che è felice di condividerlo con chi ha il desiderio di scoprirlo.

Perciò, se cerchi una destinazione autentica, lontana dal turismo di massa e ricca di fascino, Taranta Peligna è il luogo perfetto per te.

Che sia per una gita di un giorno o per un intero weekend, questo borgo saprà conquistarti con la sua storia, la sua bellezza e il suo spirito genuino.

Io spero tanto di essere riuscita, almeno un pò, a trasmetterti le emozioni che ho provato visitando questi luoghi.

Ho avuto l’opportunità di visitare Taranta Peligna grazie al progetto di promozione dell’Abruzzo insieme alla mia squadra di DonnavVentino (se ti sei perso/a chi siamo leggi qui).

Da un anno a questa parte, l’Abruzzo é diventata la nostra seconda casa ed ogni volta che torniamo ci sentiamo sempre accolte da persone fantastiche, pronte a raccontarci la bellezza dei luoghi in cui vivono.

Questo é il turismo che mi piace, questo é il turismo che cerco di trasmettere nei miei articoli e spero che almeno in minima parte, tutto questo tu lo possa percepire.

Il mio compito é quello di consigliarti località fuori dai soliti circuiti turistici, per farti apprezzare la bellezza che ti circonda, senza per forza fare km.

Basta osservare con occhi attenti e mente aperta per rendere speciale anche un parco dietro casa.

Se hai voglia di continuare a scoprire le meravigliose località dell’Abruzzo, 

A questo punto non mi resta che ringraziarti per essere stato/a qui con me, dedicandomi un pò del tuo tempo.

Ti saluto e ti dò appuntamento al prossimo racconto di viaggio.

A presto.

Mary

Mary

Ciao Sono Mary, autrice del blog una valigia piena di viaggi.
Qui troverai i racconti dei miei viaggi con l'aggiunta di dettagli personali e curiosità riguardanti i luoghi che visito.
Condividerò con te i miei personali itinerari e consigli di viaggio in base alle esperienza che vivrò.

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